IL FORTE SABAUDO DI S.ANTIOCO

 

Una delle innumerevoli fortificazioni che costellano le coste sarde e' il "Fortino nuovo", detto anche il "Castello", a ridosso della cittadina di S.Antioco.

Esso fu costruito nel 1812 a protezione dell'abitato dalle incursioni barbaresche: nella notte tra il 21 e il 22 luglio dello stesso anno, infatti, ottocento corsari tunisini erano sbarcati nell'isola, avevano saccheggiato il paese, trascinando schiave ventidue persone, e incendiato l'unica e peraltro inutile batteria, il "Forte del Ponte", che sorgeva sull'istmo, accanto al ponte romano.

In conseguenza di cio', il capitano d'artiglieria Ambrosio Capson, nell'agosto seguente, disegnava e progettava un nuovo forte sulla collina che domina il paese, detta "Sa Guardia de su Pisu", sui resti di un luogo di culto fenicio-punico. Il capitano Capson segui' la costruzione del "Fortino Nuovo" fino al momento del suo trasferimento all'Artiglieria di Marina, e la direzione dei lavori passo' nelle mani dell'ufficiale Efisio Melis. Costui inviava periodicamente al Comando - Sezione Guerra delle richieste di finanziamenti per il completamento dell'opera, per l'armamento e la guarnigione, e infatti, ancora nel settembre del 1815 il forte non era stato ultimato e aveva una guarnigione insufficiente.

Cosi', quando un migliaio di Barbareschi, comandati dal rais Siddi Abzuna, sbarcarono all'alba del lunedi' 16 settembre 1815 in localita' Is Pruinis, S.Antioco si trovo' impreparata alla difesa. I popolani e la guarnigione si asseragliarono nel nuovo fortino e resistettero agli assalti per tutta la mattina; con l'inganno i mori riuscirono a penetrare nel forte, dove i pochi superstiti, tra cui il comandante Efisio Melis, si batterono sino all'ultimo facendosi uccidere sul posto. Il sacrificio di questi uomini comunque non fu vano, la loro resistenza permise a molti paesani di fuggire, anche se numerosi furono i prigionieri: le persone portate via furono centotrentatre. Inoltre i Barbareschi razziarono tutto cio' che poteva essere portato via e distrussero tutto il resto.

Dopo questo ennesimo atto di pirateria, le potenze europee decisero di far fronte comune contro i regni islamici nordafricani, percui cessarono le razzie.

La fortificazione successivamente venne meglio armata e rinforzata, ma non dovette piu' affrontare episodi bellici: fu dismessa dall'amministrazione militare nello stesso secolo.

Come si vede dalla pianta, il forte e' una piccola costruzione di 270 mq, eretta su un edificio sacro punico che ne vincola la planimetria. La sua forma e' caratterizzata da un insieme di piu' figure quadrangolari sovrapposte agli spigoli, a livelli differenti. Una garitta a piu' feritoie proteggeva l'ingresso con ponte levatoio, progettato ma mai costruito. Uno spiazzo, nell'angolo Sud-Est, essendo il punto piu' alto, fungeva da torretta con gradini che portavano al piano sottostante, attraverso camminamenti di ronda a piu' livelli lungo i muri perimetrali. Al di sotto di questo spiazzo si trovano due ambienti con volta a botte, cioe' il corpo di guardia e la garitta suddetta. Da questa piazza d'armi, dove e' sistemata un'apertura arcata in pietra per il cannone, rivolta ad Est, si va in crescendo verso l'altro livello dove, in un'altra piazza d'armi divisa da un muro di spina con polveriera incorporata, sono poste altre due aperture arcate per gli alloggiamenti degli altri cannoni. Sotto il lastricato antistante l'atrio, vi e' una cisterna, anch'essa voltata a botte. Infine una teoria di feritoie, strombate all'esterno, corrono per tutto il perimetro della fortezza.

Attualmente la fortificazione e' ben conservata, ma non risulta utilizzata per attivita' culturali.

 

MASSIMO RASSU