ITINERARIO NEL CAPO CARBONARA

 

La penisola del Capo Carbonara di Villasimius è molto conosciuta per le sue belle spiagge, i suoi litorali affascinanti, ma è anche ricca di storia. Il suo profilo è infatti caratterizzato da alcune minuscole, ma non per questo poco appariscenti torri costiere. Quella più conosciuta sorge a meriggio dello spiaggione di Porto Giunco, ma la fortificazione più importante è sempre stata la Fortezza Vecchia, a ridosso dell'approdo di Carbonara e dell'ormai scomparsa "Spiaggia del Riso". É nota come "il castello", anche se costruita probabilmente nella seconda metà del XVI secolo. Nel 1572 il capitano spagnolo Antonio Camos descriveva il porto di Carbonara come un buon approdo per rifornimento di acqua e legna, ma che non si poteva difendere con una torre. Quattro secoli più tardi, una relazione del 1844 presentava la Fortezza Vecchia come un "forte che controlla spiaggia di frequente e facile approdo". Nel 1976 l’arch. Ingegno ipotizzava la preesistenza di un primo impianto della Fortezza Vecchia risalente al XIV secolo, corrispondente al nucleo centrale dell’edificio, di forma inizialmente triangolare, la cui camera interna presenta caratteristiche costruttive aragonesi del ‘300-’400. Infatti, un documento d’archivio del 1409 segnala il "castrum de Carbonayre" già distrutto. Comunque, su questa torre triangolare s’innestò l’intervento spagnolo del XVI secolo. In ogni caso, nel 1584 il Fara parlava della Arcem Veterem . Le fonti archivistiche dicono che la tonnara di Carbonayre esisteva già nell’agosto 1591e che per la sua difesa nella vicina Torre Fortalesa Biesa de Carbonayre" fu inserita una guarnigione. Il 28 giugno 1599 il Consiglio Patrimoniale discusse sull’opportunità di lasciare un presidio nella torre di Carbonayre, poichè la tonnara che doveva difendere non era più in attività: "la atunara per la Regia Cort en lo loch de Carbonayre, per guarda y custodia de aquella se posaren en la Fortalesa Vella de dit lloch un alcait y dos soldats, quals ha pagat y paga la Regia Cort".

Tra i primi alcaidi si ricordano Michele De Mora (1599), Michele Puddo (1600). Nel 1720 l’ingegnere De Vincenti la descrive come un "ridotto triangolare ... con bassa muraglia coperta che li serve di strada ... in forma di doppi tenaglia". Nel 1767 la guarnigione era costituita dal capitano con tre soldati, con due cannoni. Fu restaurata nel 1770 dall'ingegner Belgrano. Nel 1790 su progetto dell'ingegner Quaglia il mastio triangolare venne trasformato in un piccolo complesso con 4 torri a spigolo vivo; contemporaneamente anche il rivellino fu adeguato alle nuove esigenze: furono impiantate le scuderie, gli alloggi per i cannonieri, ed una cisterna nel cortile. Nel 1803 eseguiti lavori di riparazione dal maestro F.Usay. Il 20 luglio 1812 la Fortezza Vecchia respinse un attacco di barbareschi che avevano appena conquistato le torri di Serpentara e dell'Isola dei Cavoli. Dopo questi fatti d'arme, la vita nella fortezza continuò con i soliti ritmi; varie relazioni a cavallo della metà del secolo, anni 1844, 1849, 1850, si interrogavano sull'opportunità di presidiarla ancora, ma già nel 1847 veniva licenziato l'ultimo alcaide, Antonio Zara.

Sconosciuto ai più, anche se situato a quota m. 102 slm. il "semaforo" di Capo Carbonara è uno dei posti più elevati dell'intera fascia costiera, e infatti venne ricavato dall’antica torre di Cala Caterina. Questa perciò, come già faceva notare il Camos nel 1572, poteva contare su un panorama a 360 gradi intorno ed un orizzonte ottico di circa Km 40. Il Camos notava che esisteva già un posto di guardia con due uomini a piedi che erano pagati dalla città di Cagliari. Ma la torre fu prevista dal De Moncada nel 1578 per una guarnigione di tre uomini da stabilirsi nel Capo Carbonara con la spesa di 300 scudi, fu iniziata a costruire di lì a poco. Il giorno 7 luglio 1581 la nuova torre iniziava la sua attività, e qualche anno dopo, nel 1584 il geografo Fara segnalava la turris Stationis Cathalinae già in funzione. Nel 1721 nella torre Cala Catalina vi erano due soldati di guardia, e la struttura necessitava di una piccola mezzaluna nel terrazzo. Non più citata negli anni 1746-61, dovette essere dismessa. Nella seconda metà del XIX secolo fu inglobata nel semaforo di Carbonara, attualmente in gestione all'aeronautica militare col nome di "Teleposto Capo Carbonara", e perciò si può visitare solo con autorizzazione. Ma come già visto, a ridosso dello stagno di Nateri, spicca la torre di Porto Giunco, costruita per la custodia del porto intorno al 1580. Ha una forma caratteristica a doppio tronco di cono, e nonostante le piccole dimensioni presenta all’interno una scala in muratura. Nel 1721 la torre di Porto Ionco era abbandonata da diversi anni egià rovinata, per cui si prospettavano una serie di spese per restaurala e metterla in combattimento. Ma nei documenti successivi (1729, 1731) non compare, per riapparire più in là dopo la seconda metà del secolo. Nel 1767 vi stavano due soldati con un piccolo cannone, cioè era una classica torre speculatoria. Nel 1803 eseguiti lavori di riparazione dal maestro F.Usay. Il 20 luglio 1812 attacco barbaresco contro la torre Porto Giunco.

Nell’Isola dei Cavoli, al largo del promontorio, svetta un antico faro, per la fortuna dei naviganti che devono doppiare queste acque sempre soggette a mutamenti improvvisi di correnti. Anch’esso deriva da un’antica torre costiera, detta nelle varie epoche Isla de los Coles (1595), S.Miguel de los Coles (1639), Isola delli Cauli (1721), de I Cavoli (1843). Nel 1595 la "Fortallesa de la Isla de los Coles"era già in funzione. Nell'anno 1600 vi si insediò l'alcaide Michele De Mora, trasferitovi dalla Fortezza Vecchia. Sempre presidiata. Nel 1767 era armata con due cannoni, per una guarnigione di quattro uomini, oltre all'alcaide e l'artigliere; in quell'anno si accenna ad un rivellino. Il 20 luglio 1812 fu espugnata dai corsari barbareschi. Nel 1815 impegnata in un altro scontro con i corsari. Con Regio Decreto n° 1658, nel 1854 la torre de I Cavoli fu trasformata in faro.

 

MASSIMO RASSU